Memorie di un giocatore Romano di D&D, 2 (1984-1989)

Ok, ma quando hanno iniziato a cambiare le cose, chi le proponeva? Chi guidava i cambiamenti? Insomma, in Italia chi ha inventato la Middle School?
Col senno di poi riesco a identificare due o tre persone che in quegli anni (ci) proposero con successo un approccio diverso al gioco, o meglio, a D&D.
 

Venezia – Marco Maggi

La prima persona che mi viene in mente è Marco Maggi, oggi autore di giochi di fama mondiale.

Ho conosciuto Marco nell’estate del 1984, faceva parte di una cerchia di wargamer Veneziani fra cui si muovevano amici di mio fratello.
 
Marco ci propose quell’estate (o forse gli estorcemmo) di arbitrare D&D, giocando la sua campagna che aveva testato col suo gruppo abituale (nel quale c’era anche Francesco Nepitello).
 
Cosa aveva di diverso la campagna di Marco? Come si giocava?
 
Innanzitutto Marco fu il primo a proporre un mondo suo, dettagliato, con mappa esagonata e su cui ci muovevamo secondo le regole da Hex-crawl dell’Expert. Fu anche la prima e forse unica volta che giocando con più di un personaggio a testa.
 
In secondo luogo la campagna aveva un plot, personaggi ricorrenti (ricordo il villain, il mago alieno Kyr, ed uno henchman il mezz’elfo White Glove).
 
Terzo la campagna aveva una timeline: nel mondo di gioco succedevano cose a prescindere dalle nostre azioni ( e che però noi potevamo cambiare).
 
In tutto ciò,, Marco era un DM tradizionale, seguiva scrupolosamente le regole e le abitudini consolidate senza houserules che mi ricordi, e la campagna si srotolava nel tempo mentre noi ci muovevano fra un dungeon e l’altro cercando il modo di fermare il villain.
 
Perché la campagna di Marco era diversa? Bisognerebbe chiedere a lui cosa lo spinse a progettare la campagna in quel modo. Non ne abbiamo mai parlato e sono almeno dieci anni che non ci vediamo.
Ho delle ipotesi: Marco prese alla lettera la promessa di D&D di fabbricare storie fantasy come quelle che aveva letto.

Marco non aveva letto, credo, la sinossi Romana che non riportava intenzioni o scopi di design al di fuori di essere un gioco da tavolo, bensì la scatola BX o BECMI che invece già proponeva in qualche modo al giocatore D&D come un modo per vivere storie.

E infatti le sue ispirazioni letterarie erano evidenti: mescolava apertamente il Nome della Rosa, Michael Moorcock e l’inferno di Dante.
Marco in qualche modo aveva colto a pieno le possibilità trans-mediali del gioco di ruolo, ed aveva agito su di esse.
 

Roma – Edoardo Valente

La seconda persona è forse più un gruppetto di giocatori Romani con una visione comune del gioco di ruolo, e che fra il 1984 e il 1995 si imperniava intorno a Edoardo Valente, e Marina Nunzi (poi gestori insieme ad altri fra il 94-95 del ludopub Obi-Wan dietro Piazza Venezia).
 
In questo gruppo abbastanza allargato si muovevano Raffaele Matone, Valerio Retico, Andrea Pasanisi, Marco Presciutti, Renato Chiaria, Andrea Bartoli, Adriano Monti, Guglielmo (non ricordo il cognome, ma fu lui che per primo ci chiamò “dungeonari maledetti”) e si avevano contatti col gruppo di Piermaria Maraziti e Manlio Mochi.
 
Edoardo era il Master quasi sempre, ed incarnava già nel 1984 quelli che sarebbero diventati (a posteriori) tutti i pregi e i difetti del Master Middle School.
 
Dotato di ottime capacità interpretative e di doti di improvvisazione, Edoardo proponeva ai giocatori una sorta di viaggio sulle montagne russe.
Il regolamento era una scusa, si usava D&D classico (in genere l’avanzato) perché era il regolamento più leggero e facile da distorcere al fine di far vivere ai giocatori una storia.
 
Edoardo glissava su ampie fette del regolamento, si inventava houserules sul momento ed integrava i personaggi nelle avventure chiedendo a tutti un background.
 
Il modello di Edoardo era cinematografico hollywoodiano dove quello di Marco era letterario, ma anche lui aveva creduto alla promessa della “macchina da storie”.
 
Le sue trame ed i suoi NPC erano strappate ai blockbuster che amava, e si giocava rigorosamente sempre con musica di atmosfera.
Edoardo, quindi, non faceva campagne, ma film, pardon avventure singole. Poi via, nuovi personaggi, nuova produzione
 
Per citare un alcuni classici di Edoardo:
  • Giocammo il modulo Ravenloft con i Carmina Burana a ciclo continuo per 5 settimane (c’era da uscire pazzi alla fine), ed uno dei personaggi -il paladino che alla fine impugnò la Sun blade e sconfisse Strahd- era in realtà l’erede Von Zarovich venuto a ripulire l’onore della famiglia e riprendersi Barovia. La lettura delle Taroka venne integrata nella avventura in modo che ad ognuno di noi capitasse quanto predetto.
  • Un altro esempio furono i Forgotten Reapms, che nelle mani di Edoardo divennero una sorta di Hyboria alla Milius ed Elminster una versione del Mago asiatico di Conan il Barbaro (se ben ricordo uccidemmo pure Dagoth).
  • Cavolo, mise Marko Ramius (Sean Connery) di Caccia a Ottobre Rosso a capo di una Scarlet Brotherhood divenuta congrega di Paladini cavalcadraghi!

 

E quindi?

Marco, Francesco ed Edoardo si sono conosciuti, brevemente, tramite me e mio fratello, a Venezia nel 1986.
 
Sebbene alcuni continuassero a giocare nel vecchio stile, queste modalità espresse da Marco e Edoardo presero prepotentemente il sopravvento, sopratutto grazie al successo di Dragonlance, arrivato quasi in contemporanea e che giocammo, infatti, col gruppo di Edoardo.
 
C’è da tenere presente che parlo di un mondo relativamente piccolo, fatto da hobbyisti che si conoscevano quasi tutti, e alcuni dei quali sono poi diventati attori di primo piano dell’editoria specializzata.
E quando lo fanno arrivano già carichi di questa esperienza che era comune, inoltre, come dicevo nell’altro post da noi ci fu una evoluzione molto rapida degli approcci al gioco.
Non c’è da stupirsi quindi, se quando si arrivò poi ad una produzione nazionale, questa era già compiutamente Middle School.
 

Gianluca Meluzzi

Una nota a margine merita Gianluca Meluzzi, all’epoca nel giro di giocatori di AD&D che ruotava intorno ad Andrea Angiolino (e da cui è uscito anche Piergiorgio Paglia, autore di giochi con Andrea).
 
Se non erro Gianluca è poco noto nel mondo del gioco, se non per l’Orlando Furioso, alcune illustrazioni per CYB e altri piccoli boardgame, e una passione a dir poco totale per Tolkien.
 
Gianluca fu il primo in assoluto -fra di noi- a ideare un mondo fantasy complesso, con una storia e dei personaggi.
Quando dico storia non intendo solo una cronologia di eventi del passato, ma proprio una storia-romanzo.
Grazie alle sue doti artistiche Gianluca illustrò più di venti personaggi di questa storia, e una dozzina di scene chiave. Scrisse persino uno wargame, ispirato da War of the Ring della SPI, che però è rimasto solo come prototipo.
Alcune delle creature da lui inventate compaiono in un bestiario amatoriale redatto nel 1983 da Gianluca stesso (autore delle illustrazioni), Andrea Angiolino e Gregory Alegi.
Il setting conteneva già nel 1982-1983 alcune idee molto simili a quelle poi rese popolari dal Trono di Spade di Martin.

Curiosamente, che io sappia, il setting non fu mai usato per D&D “giocato”.

Anche per questo post, tenete presente i caveat sull’imperfezione della memoria da me riportati nell’altro post.